Il marciapiede

Sono una donna sfortunata,

che donna vuol'essere considerata.

che sul marciapiede se ne sta,

sfruttata dagli uomini,da tutta la società.

Vivo malamente,in mezzo a malattie e scempi,

il mio lavoro esiste dalla notte dei tempi.

Una vita migliore è quello che vorrei,

mi hanno buttato in strada,m'han tolto i figli miei.

In questo schifo ogni giorno mi trascino:
il marciapiede la mia casa,il mio giardino.

Schiavizzata da un uomo,è lui che incassa,

il mio corpo merce esposta al primo che passa.

Un fenomeno da regolamentare,quando non si sa,

io mi vedo coi miei figli,quando questo incubo finirà.

 

 

 

 

 

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