Intervista Avvocata Vigilante: La violenza sulle donne

1) Quando una donna subisce una violenza, a livello giuridico cosa avviene? Perché le donne hanno paura di denunciare? Bisogna distinguere tra le varie forme di violenza. Psicologica, fisica, economica, sessuale, domestica, la tratta delle donne, lo stalking e da qualche anno è stato introdotto in Italia il termine “femminicidio”, cioè una donna che viene ammazzata in quanto donna. La violenza prolifera dove c’è una disparità molto forte tra uomo e donna. Fondamentale capire che tipo di violenza sia e dunque qual è la legislazione da applicare. Non si tratta semplicemente di prevedere una sanzione, ma di attendere un mutamento di natura culturale e costruire una nuova grammatica: della relazione, del benessere, della felicità, dei diritti degli esseri umani in generale. Riguardo le norme da applicare, la normativa è molto ampia. Abbiamo il maltrattamento in famiglia, il 572 del codice penale, che è stato aggravato nella punizione; abbiamo il reato di lesioni, che si distingue in gravi e meno gravi; abbiamo il reato di stalking, introdotto nel 2009. Questo si concretizza quando la persona che lo subisce ha uno stato di paura e di ansia tale da dover modificare le proprie condizioni di vita (tipo nel fare la spesa e venire seguita o ricevere messaggi che mi fanno sentire controllata costantemente). Tutto questo modo di fare mi procura uno stato di ansia, una situazione di natura psicologica tale da dover ricorrere all’autorità giudiziaria per essere tutelata. 2) Riguardo la violenza, come funzionano i consultori familiari? Ci sono dei centri che sono nati da movimenti delle donne, moltissimi anni fa (i centri antiviolenza), regolamentati. Le donne che vanno in questi centri sanno che sono accolte in maniera totalmente gratuita e possono avere un supporto di natura psicologica, nel momento in cui hanno subìto determinati tipi di violenza e vogliono denunciare. C’è la psicologa, l’avvocata che si occupa del civile e l’avvocata che si occupa del penale. 3) Perché si sta sviluppando la violenza sulle donne dai sessantaquattro anni in giù? La violenza sulle donne non conosce età. Esiste una disparità uomo-donna e non dobbiamo parlare solo del momento repressivo, ma soprattutto del mutamento culturale. Vanno aboliti gli stereotipi. 4) Perché non si riesce a fermare la violenza? Perché non riusciamo ad eliminare le discriminazioni tra uomo e donna, a dare un metro culturale che permetta alle donne di svolgere gli stessi ruoli ricoperti dall’uomo. Il dire “Non capisci niente!” ad una donna la può portare a pensare di non capire niente davvero. Se dico che una donna può fare solo l’operaia, vuol dire che io voglio relegare quella donna a ruoli inferiori, discriminanti rispetto all’uomo. 5) Durante lo stalking da parte dell’uomo, i suoi atti persecutori da cosa scaturiscono? Scaturiscono dalla volontà di controllare che quella donna riprenda in mano la propria vita, dal volerla continuare a controllare, dal voler continuare a esercitare su quella donna un potere, ma un potere nel senso di limitare nelle cose che può fare. Avrete sicuramente sentito parlare di omicidi passionali, ma la passione e l’amore non hanno niente a che vedere con l’omicidio. Se io pongo in atto comportamenti per spaventare la donna, compio un atto di stalkeraggio. 6) Secondo me, quando accadono atti di violenza, la coppia dovrebbe essere presa in carico, per comprendere i motivi che hanno scatenato la violenza. Perché l’uomo viene solo allontanato? Perché i servizi non intervengono nei tempi precedenti alla violenza? Per interrompere il linguaggio violento, la donna viene presa in carico e lo stesso avviene per l’uomo, che viene preso in carico da centri di accoglienza maschili (CAM). Questo perché l’uomo deve parlare con gli psicologi, i quali cercheranno di farci capire i motivi che lo hanno spinto ad agire in quel modo nei confronti di quella donna o delle donne in generale. Quindi vengono presi in carico, ma non vengono presi in carico insieme, in quanto una presa contestuale significherebbe prendere la relazione e riportarla all’interno del servizio. Quindi l’uomo viene allontanato perché molto spesso la violenza è agita anche in presenza di un bambino, tanto è vero che noi parliamo di violenza assistita, cioè bambini che assistono alla violenza perpetrata ai danni della mamma, ai danni della nonna, ai danni della zia, e quindi assistere a questo tipo di violenza vuol dire che ripeteranno certi comportamenti e dunque diventeranno violenti, impareranno quel linguaggio violento. Quindi vengono allontanati per dare la possibilità alla donna e al bambino di sviluppare la propria energia psicofisica. 7) Nel momento che l’uomo viene allontanato ed è recidivo, le forze dell’ordine come intervengono? L’uomo innanzitutto viene allontanato e questo è un livello. Viene emesso questo provvedimento di allontanamento con divieto di avvicinamento a quella donna nel raggio di cinquecento metri. Questo viene considerato un’azione cautelare, perché qualora non dovesse rispettare questo divieto, potrebbe essere arrestato. 8) Se la ragazza rifiuta, dopo una violenza, il ricovero in ospedale, la polizia come interviene? La ragazza può rifiutare il ricovero in ospedale. Lo stesso ricovero può avvenire per varie ragioni, in base al tipo di violenza. La polizia non può intervenire, non può costringere quella donna a ricoverarsi, in quanto lei è la parte offesa e quindi a maggior ragione va tutelata, anche perché abbiamo delle norme che tutelano la parte offesa. 9) Perché le pene sono differenti nonostante i casi siano similari? Perché i casi non sono mai similari. Molti casi sembrano identici, ma poi ci sono circostanze differenti, bisogna capire se si tratta di persone che abbiano già commesso quel tipo di reato, se quindi abbiamo una persona che è recidiva, che si è resa protagonista di maltrattamenti in famiglia, di reati gravi, quindi la pena dipende dal comportamento che l’indagato ha avuto nel corso degli anni. 10) Che idea si è fatta del discorso di Mattarella nella giornata della Festa delle Donne? Mattarella ha fatto un discorso che mira a raggiungere un mondo migliore, un mondo diverso in cui l’uomo e la donna abbiano pari dignità. Noi abbiamo la Costituzione che ci dice espressamente che tra uomo e donna ci deve essere parità e dunque Mattarella ha fatto riferimento ad una parità non formale, ma sostanziale. In questi giorni si parla tanto di Recovery Fund e questo rappresenta una grande occasione di modifica della nostra società. Si è capito che senza le donne non si può raggiungere un aumento di crescita del Pil dal punto di vista economico e quindi nel nostro Recovery Fund consegnato all’Europa ci sono una serie di misure per il raggiungimento della parità tra uomo e donna. 11) La causa della violenza può essere l’indipendenza e l’emancipazione della donna? Certo, può dipendere dal fatto che l’uomo non accetti l’idea che la donna si sia resa autonoma. Egli ha paura che quella donna sfugga al suo controllo e reagisce con la violenza. 12) Come mai oggigiorno la considerazione sociale nei riguardi della donna non si è modificata? Non si è modificata probabilmente perché ancora risentiamo di una certa resistenza di natura culturale. Siamo abituati a vivere la donna come angelo del focolare e vogliamo che rimanga tale. 13) Perché, secondo Lei, alcuni uomini non riescono ad accettare il progresso della donna? Io non credo che alcuni uomini non riescano ad accettare il progresso della donna. Io credo che questa sia una cosa diffusa, per tutte le ragioni che ho detto prima. Perché sennò perché non abbiamo una donna Presidente della Repubblica? Perché non abbiamo una donna Presidente del Governo? Perché evidentemente gli uomini non vogliono cedere alle donne. 14) Il cambiamento del ruolo sociale della donna ha messo in crisi l’uomo? Certo. Il ruolo sociale della donna ha messo in crisi l’uomo perché nel momento in cui la donna assume ruoli di altra levatura, l’uomo va in crisi. Perché l’uomo non si è ancora abituato a questa nuova evoluzione. 15) L’istinto di dominio può essere la causa di tanta violenza? Sicuramente sì. L’uomo teme di perdere il potere di agire su quella donna, di fare quella donna il suo oggetto e quindi di poterla dominare. 16) Questo problema atavico può essere superato con nuovi modelli educativi e culturali? Certamente sì. Dobbiamo attendere un mutamento culturale con determinati modelli. 17) Perché la donna ha paura di denunciare nonostante ci sia un numero verde a cui rivolgersi? Le donne non denunciano per paura di non essere credute, perché quando le speranze vengono tradite, è difficile; poi magari non vengono credute e quindi questa è la ragione per cui non denunciano. 18) Nel caso di un padre che uccide la madre, i figli a chi vengono affidati? Qual è l’iter seguito dalla Legge? Normalmente, se ci sono parenti, come spesso accade, i bambini vengono affidati ai nonni. Se i nonni sono già morti, vengono affidati agli zii.

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