Lo straniero di Albert Camus
"Lo straniero" è un romanzo dello scrittore francese Albert Camus e tratta della storia di Meursauet, un piccolo impiegato che vive ad Algeri e che conduce come tante un'esistenza chiusa in uno squallido conformismo. Egli si sentirà straniero sempre e soprattutto per la sua condizione sociale quindi "straniero" fra gli stranieri. Il libro tratta di temi sociali complessi tra cui l'estraneità dell'uomo alla società, all'universo intero. L'incolmabile insanabile solitudine dell'uomo che viene concretizzata oggettivamente nel sentirsi straniero tra gli uomini, straniero per sé stessi, straniero per l'universo. L'autore è riuscito a descrivere come sia possibile sentirsi soli nel rumore dell'umanità nonostante il protagonista avesse legami e vicinanza tanto da sentirsi estraneo al funerale della madre, estraneo nelle relazioni con Marié, estraneo nell'omicidio che aveva commesso senza cercare conforto nella religione nei giorni precedenti alla sua esecuzione. Per Albert Camus la solitudine è la gabbia in cui tutte le riflessioni avvengono, ed è la vera "carta universale" di appartenenza al genere umano. Si può migliorare il mondo in cui si vive ma non si può costruire un mondo migliore. L'uomo riesce ad abituarsi a tutte le situazioni estreme, anche al dolore e alla morte. "Esiste la bellezza ed esiste l'inferno degli oppressi". L'autore dice di voler rimanere fedele ad entrambi ma ognuno di noi possiede la libertà di scegliere e di vivere il proprio mondo. Dalla lettura di questo libro abbiamo dedotto che "l'estraneità" parola chiave nel testo può essere superata modificando il nostro comportamento dinanzi a qualsiasi evento che si presenti nel corso della vita. Non serve rinchiudersi in sé stessi, come l'autore nel cavo dell'albero, ma bisogna ad ogni situazione trarre ciò che ci può aiutare a condurre una vita migliore.