Leggendo il libro cuore: Il carbonaio e il signore
Garrone non avrebbe detto la parola che invece scappò a Nobis su Betti. Carlo Nobis era figlio di un signore distinto, con la barba nera, Betti invece era figlio di un carbonaio. I due iniziarono a bisticciare e l’uno andò a mostrare le proprie lamentele al maestro. Inizialmente i due si chiesero scusa a vicenda e alla fine vennero messi come compagni di banco.
Il padre di Betti lanciò uno sguardo d’affetto e rammarico al tempo stesso. Il maestro finalmente vedendo la faccenda risolta esclamò a gran voce: “È la più bella lezione dell’anno”.
Questa storia ci insegna a perdonare gli altri, che sono il nostro prossimo, ma soprattutto a rispettare qualsiasi individuo secondo la classe sociale, età anagrafica, razza, religione che sia. Imparati cu bbe pigghiati li fatti uesci!
Monica Spagnolo
La lettura di oggi ci ha insegnato che nella vita al di là del mestiere che si ha bisogna sempre avere rispetto anche se purtroppo al giorno d’oggi non lo troviamo. In fondo la vita ci dice che dobbiamo e possiamo essere uguali e che non ci può essere differenza in base a quello che uno fa.
Raffaele Romano
La morale della storia è che non bisogna giudicare nessuno o criticare l’altro ma bisogna perdonare sempre.
Anna Caretto
Il figlio di un gran signore chiamò “straccione” il padre di un suo compagno di classe che faceva il carbonaio. Il giorno dopo il padre si presentò a scuola per lamentarsi di ciò. Al che il padre del bambino accusato guardò suo figlio e gli chiese se veramente avesse detto quelle parole. Lui stette zitto e il padre lo obbligò a chiedere scusa al figlio del carbonaio e lui lo fece. Dopodiché il padre chiese di metterli accanto. La morale è che non bisogna discriminare tra classi sociali. Una mia considerazione è che ci vuole il socialismo per eliminare le classi sociali: potere ai lavoratori!
Claudio Ferraro
Abbiamo letto un racconto che parla di un litigio fra Carlo Nobis e Betti, figlio di un gran signore. Alla fine si scusarono e diventarono amici. La morale di questo racconto è il perdono e il rispetto.
Cosimo Greco
Il racconto parla di differenti classi sociali, il carbonaio con suo figlio Betti e Carlo Nobis. La storia narra che Carlo Nobis, superbo, ha un padre che è un gran signore, alto, con la barba, molto serio che accompagna suo figlio ogni giorno. Nobis bisticcia con Betti, uno dei figli più piccoli del carbonaio, e non sapendo di avere torto gli dice: “Tuo padre è uno straccione”. Betti arrossisce, gli vengono le lacrime agli occhi e ripete la parola a suo padre. Compare il carbonaio a fare le lagnanze al maestro; l’operaio è venuto a lagnarsi poiché suo figlio Carlo ha detto che suo padre è uno straccione, il padre dice a Betti di chiedere scusa anche se il carbonaio all’inizio non vuole. Il signore stringe la mano al carbonaio e si getta tra le braccia di Carlo Nobis. Il maestro mette Betti al banco di Nobis. Il carbonaio rimane sovrappensiero guardando i ragazzi insieme al banco e fissa Nobis con espressione di affetto e rammarico come se volesse dirgli qualcosa, ma non dice nulla; allunga la mano per fare una carezza ma niente, si avvia sull’uscio e sparisce. Il signore dice: “Ricordatevi bene di quello che avete visto ragazzi, questa è la più bella lezione dell’anno”. Questa è l’esperienza di vita basata sul rispetto, il perdono e l’essere umili verso l’altro, amarsi a vicenda ma con rispetto. Voglio citare una frase: “Amare è rispettare il prossimo tuo come te stesso”.
Alessandro Quarta
Carlo Nobis è superbo, perché suo padre è un signore ricco ed elegante, mentre il suo compagno Betti è figlio di un carbonaio. Un giorno Carlo, litigando con il suo compagno e non sapendo più cosa dire, lo insulta dicendo “Tuo padre è uno straccione”. Il bambino, tornato a casa con le lacrime agli occhi, riferisce l’accaduto al padre, che il giorno dopo si lamenta con il maestro. Il signor Nobis, saputo l’accaduto, costringe il figlio a chiedere scusa. Lo stesso signor Nobis stringe la mano al padre di Betti, dicendo di sentirsi onorato. Alla fine, il maestro fa sedere vicini i due bambini. Questa storia ci fa riflettere su due aspetti: il perdono, ma soprattutto il rispetto che è dovuto a tutti, senza fare distinzioni di classi sociali.
Maria Cristina Ingrosso