Fiori di Carta: non solo un "giornalino"
Sono stata tra le prime a imbarcarsi sul veliero “Fiori di Carta”, all’inizio solo per assolvere un dovere lavorativo. Ricordo che nel luglio del 2008 sostenni il colloquio preliminare allo svolgimento del servizio civile nazionale. Mi trovai di fronte un ragazzo che non riusciva a contenere una logorroica e irata signora dai lunghi capelli neri. Lei mi chiese se sapevo quale attività avevano intenzione di intraprendere. Io non seppi rispondere e pensai: “Quista pretende puru ca l’aggiu leggere allu pensiero… ncignamu buenu!”. L’irata signora continuò: “Ma sai usare almeno il PC? Perché altrimenti non ci servi a niente”. Replicai turbata che sapevo usare bene il computer. Mi disse poi che l’attività in questione era un “giornalino”. Quel “giornalino” era il primo seme di quello che oggi è “Fiori di Carta”.
Il percorso è stato lungo, a momenti faticoso e complicato, però quanti bei ricordi di tantissimi pomeriggi trascorsi al CSM, la bianca testa della Sig.ra Maria Antonietta Scardino, il travaglio della scelta del nome, tante le persone che hanno contribuito… (una tra le più importanti: Uccio Reggio). Dal 2008 a oggi molte cose sono cambiate, ma nonostante gli alti e bassi, gli intoppi del percorso, il gruppo è ancora qui ed ha raggiunto traguardi forse inaspettati all’inizio: quante belle interviste, quante persone interessanti, quanti luoghi… e il mio bagaglio si è arricchito sempre più…
Oggi Fiori di Carta per me è una passione e, come tutte le passioni a volte si affievolisce, ma una cosa resta costante: il calore, l’affetto di questo gruppo che (offre) ormai è una presenza gravida di tantissime possibilità e occasioni di conoscenza!
Nel percorso futuro vorrei incontrare il gruppo dei Negramaro e… non so, non voglio fare programmi. Spero solo che Fiori di Carta possa crescere e raggiungere mete oggi nemmeno prevedibili! Come imprevisto fu per me, nel luglio 2008, affezionarmi a collaborare con l’irata signora e quel giovane ai quali tanto deve Fiori di Carta.