Il museo Marta e il Castello Aragonese di Taranto
Il Museo Marta è sito in Corso Umberto I al civico 42, fu fondato nel 1887 ed occupa la sede dell'ex-convento di San Pasquale di Baylon, chiuso per essere sottoposto a lavori
di restauro dal mese di Gennaio del 2000, per poi riaprire nuovamente al pubblico il 20
dicembre 2007 dopo vari restauri. Il museo è utilizzato anche per esposizioni temporanee e convegni. Il primo piano ospita i gioielli della sezione Greco-Romana, ritrovati negli scavi inerenti alla società tarantina. Il secondo piano, inagurato nell'estate 2016, ospita la sezione Preistorica del Paleolitico e dell'Età del Bronzo di tutto il territorio pugliese. La guida ha spiegato al nostro gruppo che i reperti della sezione Greco-Romana erano stati sistemati in base alla tipologia dei materiali: sculture in marmo, tombe monumentali, sculture in pietra tenera, ceramiche delle necropoli, oreficerie. Due sale sono dedicate alle sculture in marmo risalenti all'epoca Ellenistica, tra cui figurano statue realizzate con il marmo bianco proveniente dalle cave dell'isola di Paros; vi sono poi opere minori, alcune delle quali sono copie di originali famosi. Le sale dedicate alla ceramica proveniente dalla Necropoli, sono organizzate secondo un percorso cronologico che va dal periodo della fondazione di Taranto fino all'età Arcaica. Alcune sale del museo sono, invece dedicate ad una mostra permanente sull'aristocrazia tarantina del VI e il IV sec. a.C. Il primo nucleo del castello risale al 916, quando i Bizantini avviarono la costruzione della "Rocca" a protezione dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre e olio bollente. Nel 1481 fu realizzato il primo canale navigabile, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni per migliorare la difendibilità del castello. Nel 1486, Ferdinando II d'Aragona incaricò Francesco di Giorgio Martini per ampliarlo. L'utilizzo infatti dei cannoni in seguito alla scoperta della polvere da sparo, necessitava di torri alte e basse, di forma circolare per attutire l'urto delle palle di cannone, e doveva avere rampe o scivoli che permettessero lo spostamento dei pezzi da una torre all'altra. La nuova fortificazione comprendeva sette torri, di cui quattro unite tra loro e formava un quadrilatero che successivamente ingrandendosi si unì alla torre Sant'Angelo. Il castello era dotato di due uscite corrispondenti a due ponti levatoi. Sul fossato passava il ponte del soccorso, che univa il castello alla zona che allora era campagna e che oggi viene denominata borgo antico. Esso fu ultimato nel 1492, come risulta dall'incisione di una lapide murata sulla "porta paterna" insieme allo stemma degli Aragonesi. Con gli Spagnoli, le difese furono rafforzate allargando il fossato e costruendo una nuova fortificazione contro le torri. Con l'arrivo degli Asburgo nel 1707, il castello perse la sua importanza come opera militare divenendo una dura prigione, ma con Napoleone Bonaparte ritornò alla sua funzione originaria. All'interno del castello, si può ammirare la cappella di San Leonardo, riconsacrata nel 1933. Particolare è anche quella che fungeva da sala delle torture, la cui volta presenta un foro centrale attraverso il quale venivano amplificate e propagate le urla dei malcapitati, intimorendo psicologicamente gli altri prigionieri.