INCIPIT: "Era una mattina buia e tempestosa"

INCIPIT: Quella mattina di gennaio era davvero una mattina buia e tempestosa. Mi svegliai al solito orario, guardai fuori dalla finestra e quei nuvoloni mi misero di malumore. 
Poi passò il pulmino a prendermi per andare al Centro Diurno... 

 

Ma incredibilmente una volta arrivati al centro ero arrabbiato. Per passare il tempo mi venne un'idea: presi una lente e guardai i numeri di un foglio, avevo voglia di stare su una spiaggia di giorno e se era possibile anche di notte.
Fabio Solazzo

Accendemmo la luce per iniziare i lavori e lavorando iniziammo con una ricerca e io feci una faccia arrabbiata, perchè preferivo lavorare con i numeri da gioco, perchè mi piace la matematica. Anche quando le giornate sono belle si preferisce prendere un cocktail in compagnia di tutti, sia di giorno, che di sera.
Cosimo Greco

Ci sedemmo per vedere il mare dove c'era anche l'amaca. Mi sedetti e mi rilassai. All'improvviso uscì il sole ed iniziammo a fare matematica, con la lente di ingrandimento per vedere i numeri.
Anna Caretto

La luce saltò e ci trovammo tutti nel buio più totale, come se fosse notte. Cominciai quindi a cercare di orientarmi, facendo dei calcoli mentali sulla mia posizione e quella del quadro elettrico. Calcoli ovviamnete sbagliati perchè cominicai a sbattere varie parti del corpo contro spigoli e mobili, arrabbiandomi per la sfortunata situazione. Quando poi pensavo di essere arrivato vicino al quadro elettrico, la mia faccia sbatteva in pieno contro qualcosa. La luce si accese ed io mi ritrovai a terra dolorante, con di fronte a me non il quadro elettrico, ma un quadro su cui era rappresentata una spiaggia con un'amaca fra le palme.  Federico Marra

Aprì la porta e la luce dei neon era scomparsa. Non c'era traccia di luce artificiale o di lampadine. Ad illuminare il corridoio c'era un sole tropicale e il pavimento non era un pavimento, ma una distesa sabbiosa che proseguiva anche nei vari laboratori, nella cucina, ovunque. Non era il centro diurno, era la spiaggia di Copacabana!
E poi, c'erano centinaia e centinaia di persone! Tutti in abiti estivi e di attività e laboratori manco a parlarne! Manco a cercarli con la lente d'ingrandimento! 
D'improvviso il sole andò via e il centro (anzi, la spiaggia) inziò ad illuminarsi che nemmeno Las Vegas! Si riempì di locali notturni nei quali bere e ballare fino a mattina.
Così mi avvicinai al bancone del bar e ordinai alla barista una pina colada e una caipiroska. La barista mi guardò con una faccia arrabbiata. "Cce bbuei??" mi chiese, strabuzzando gli occhi.
D'improvviso le luci si spensero, niente più bancone, niente caldo tropicale, ricomparve il centrop diurno nelle sue solite sembianze. Stefania, porgendomi il bicchiere di caffè, mi guardò infastidita e preoccupata: "Marco, tutto a posto? Me pare ca sta dai li numeri, stamatina!!"
Marco Rizzo

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