Incipit: Un lugubre castello tempestoso
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me, mentre ero su una zattera che imperversava il vento, soffiava forte e in lontananza si vedeva una fiamma ardere da lontano. Nel mentre, si intravedeva una casa, dove la luce faceva ad intermittenza e si sentivano in lontananza cantare delle persone allegre mentre bevevano la birra."
(Simona Coppola)
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me. Siamo entrati piano piano e c'erano due persone con vicino a loro un camino, con all'interno un fuoco luminoso e queste persone che si alimentavano con birra e pizza. Senza farci vedere abbiamo schiacciato un pulsante e la porta si è aperta dove c'erano le scale che portavano al piano di sopra, in cui c'erano le stanze. Siamo saliti e c'erano la stanza da letto e il bagno: abbiamo acceso la luce ma la lampadina era fulminata, allora siamo scesi piano piano senza farci sentire, siamo usciti fuori, siamo saliti sulla barca ed il vento forte a nostro favore con le vele ci ha portati di nuovo alla deriva."
(Andrea Monferrini)
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me. Avevo un po' paura, i temporali mi incutono sempre del timore, mentre guardo illuminare per un istante il panorama fuori dal finestrone della sala, mettendo in primo piano un castello oscuro che sembrava lugubre e spettrale, in quel bagliore vivido che si spegneva subito, lasciando spazio al tuono che risuonava roboando tra le mura di casa mia, scuotendole, così a me pareva. Il vento scuoteva gli alberi e li piegava quasi fino a terra, spezzando qua e là qualche ramo. Io stavo con luce accesa, quasi rassicurante, fino a quando, non so per quale motivo, si spense: "Oh mio dio! Che terrore restare al buio!". Provo ad accendere il caminetto, ci riesco sbattendo di qua e di là contro sedie e mobili, dopo aver schiacciato più e più volte il pulsante della luce, ma inutilmente. A questo punto non so nemmeno se su off o su on. I ciocchi di legnasono vicini al caminetto e quindi facili da reperire, mentre la carta è in un'altra stanza. Riesco a trovare una candela e la accendo ed alla luce tremula di quell'esule fiammella che sembrava volersi spegnere ad ogni mio movimento, facendo fare un tuffo al mio cuore, specie quando una bordata infernale (il tuono) si abbatteva su di me. Finalmente il caminetto si accese ed io mi rincuorai un poco, andai al frigo, presi una birra e la bevvi di corsa, accoccolata davanti al caminetto. I tuoni cominciarono a brontolare più da lontano ed io mi rinfrancai. Il temporale stava spostandosi andando a spaventare altra gente."
(Giusy Sapegno)
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me e in un castello che si beveva e si festeggiava con un pulsante che c'era che si schiacciava da solo e si accendeva e si spegneva la luce. Poi c'era un vento tremendo, che fuori dal castello accese una fiamma di fuoco e da lontano nel mare tempestoso si intravedeva una zattera senza persone a bordo."
(Maria Concetta Tondo)
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me in una notte."
(Angelo Belliggiano)
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me. All'improvviso squillò il cellulare e sentii un uomo che gridava e chiedeva aiuto. Allora mi feci dire dove si trovasse e lo raggiunsi giù alla scarpata del castello e lo soccorsi. Allora l'uomo mi diede un abbraccio di vero cuore e sorrise. Mentre tornavo a casa, trovò un mendicante e gli posò delle monetine da 50 centesimi."
(A. P.)
"Era una notte buia e tempestosa. I lampi illuminavano ad intermittenza un lugubre castello di fronte a me, c'era una fiamma che scoppiettava nel camino, mi squilla il cellulare, è un mio amico. Accendo il pulsante della luce: questa notte è turbolenta e voglio andare via, c'è una bilancia e mi peso. Diamo i numeri stasera, cerco di fare un gioco di parole, guardo sopra il cielo e ci sono i pianeti e le stelle che mi girano intorno."
(Daniela Cappello)