Il Castello Carlo V e la sua leggenda
In una giornata piovosa di dicembre la redazione M.O.L. "Fiori di carta" si ritrova dinanzi alla "Porta del Reale" per incontrare il Dott Leo, la guida che ci accompagnerà durante il percorso. L'imperatore Carlo V D'Asburgo, nel 1539 emanò l'ordine di demolire il vecchio baluardo principesco, risalente al medioevo, per far costruire una nuova fortezza, con tecniche di architettura militare. I lavori furono affidati a Gian Gicomo dell'Acaya, ingegnere del Regno di Napoli. La forma dell'edificio è quadrangolare ed ha quattro angoli, dai quali si ergono i quattro bastioni. Andando da ovest verso est incontriamo : il bastione detto di santa Croce, quello di San Martino, di San Giacomo e Santa Trinità. La sua forma riproduce quella delle fortificazioni ma con un nuovo concetto moderno: quello di rinchiudere la cortina, che è un muro rettilineo, fra i due bastioni. Questo nuovo concetto di architettura militare era stato adoperato per fortificare il lato posteriore da eventuali attacchi che provenivano dalla vicina costa del mare Adriatico. La porta reale era protetta dai bastioni San martino e S.Croce; mentre sul lato posteriore si trova la "Porta falsa o di soccorso", entrambe ornate con lo Stemma imperiale Asburgico. Il castello era completamente circondato da un fossato, oggi cancellato da strutture successive.
Leggenda: vi sono varie leggende sul castello Carlo V: dal pianto del bimbo caduto in un pozzo, all'anima che "torna" di Maria D'enghien; ma mi ha particolarmente affascinato quella di G. Giacomo dell' Acaya. Si narra che l'ingegnere Gian Giacomo dell' Acaya sia stato rinchiuso nelle segrete del castello, e sui muri siano stati ritrovati dei graffiti che rappresentano le tracce della sua prigionia. Si dice che di notte, dalle segrete del castello si sentono dei lamenti e si suppone che sia l'anima di Gian Giacomo che vorrebbe ritrovare la sua libertà.