Dalla preistoria ai giorni nostri
Sin dalle sue origini, l’uomo si è servito della tecnica per soddisfare i propri bisogni primari. Dal Neolitico, che può essere considerato come la prima rivoluzione della storia fino ai giorni nostri, l’uomo si è impadronito in maniera sempre più accurata della tecnica.
In principio realizzava arnesi rudimentali che gli consentivano di cacciare, di procurarsi il vestiario, di realizzare le prime coltivazioni. Nelle prime fasi della storia, la tecnica consentiva all’uomo di procurarsi i beni necessari esclusivamente a soddisfare i bisogni quotidiani. Con il passare del secolo e l’utilizzo di strumenti nuovi, la produzione inizia a crescere, quindi si crea un surplus di beni che dà vita agli scambi commerciali. Dal medioevo in poi, assumono grande importanza le botteghe artigiane (tessitore, fabbro, cartaio). Nel ‘700 lo sviluppo raggiunse livelli mai precedentemente toccati. Avvenne un profondo e rapido cambiamento economico in concomitanza con l’affermarsi dell’industria, quale settore dominante. L’industrializzazione cambiò la produttività e migliorò il settore tessile e quello siderurgico. L’industria si sviluppò in Inghilterra, Belgio, Francia, Germania, Italia: nacquero le prime fabbriche e tale processo aumentò la manodopera e diede vita alla produzione di beni. Gli stabilimenti industriali sorgono in aree che vedranno crescere la loro densità di popolazione culminante nella nascita delle grandi metropoli. La produttività diventa proporzionale alla richiesta di mercato. Da qui il nascere di grandi multinazionali. L’ultima fase di questo sviluppo tecnologico vede la creazione dell’industria elettronica e informatica. Da questa innovazione deriva la nascita di nuove figure professionali, nuovi strumenti e nuova programmazione economica.