Fiori di Carta: verso l'infinito e oltre!

Quando andavo a scuola ed era il giorno del Compito in classe di Italiano, spesso i miei compagni mi dileggiavano perchè, prima di cominciare a scrivere qualcosa, passavo non pochi minuti a leggere e rileggere la traccia del tema che dovevamo svolgere. Eravamo solo io, la traccia e il foglio bianco.

Leggevo e rileggevo, poi, all'improvviso, prendevo in mano il pesante vocabolario riposto nella cartella e cominciavo la mia ricerca sul significato di ogni singola parola della traccia. Anche quest'abitudine lasciava abbastanza basiti i miei compagni di classe perchè facevo una vera e propria “radiografia” ai termini utilizzati dall'insegnante nella scelta del titolo del tema.

Tutto ciò che scoprivo con quest'attività di ricerca, anche etimologica, del significato delle parole per me costituiva “oro puro”, materia grezza da cesellare, spunti da cui sviluppare le mie idee, le mie tesi, i miei concetti che poi infatti inondavano come un fiume in piena quel foglio bianco.

Perchè questa tecnica molto “personale”? L'ho scoperto più in là con gli anni, quando ho imparato a cucinare e, soprattutto, quando ho anche sviluppato la capacità di “creare”, di “inventare” nuove ricette, con la fantasia, qualità che è fin troppo presente nel mio cervello.

Cosa fa in fondo il bravo chef o la brava massaia prima di cucinare?  Per prima cosa la spesa, compra gli ingredienti e li seleziona accuratamente. E quali sono gli ingredienti base di ogni buon tema o articolo o libro o pensiero? I vocaboli, la parole utilizzate, appunto.

“Ma come parla? Le parole sono importanti! Le parole sono importantiiiii!!!!”. Così urlava il protagonista del film “Palombella Rossa”, diretto e interpretato dall'ottimo Nanni Moretti, alla giornalista che gli poneva domande usando un linguaggio infarcito di parole orripilanti e dopo averla schiaffeggiata. E' proprio vero! Le parole sono importanti, troppo importanti. Ed è per questo che, ancora oggi, anche ora, parto proprio dalle parole e la prima parola che trovo all'inizio della traccia da sviluppare è “viaggio”, “nuovo viaggio”.

E' verissimo, il “viaggio” che Fiori di Carta sta per intraprendere è “nuovo”, “nuovissimo” anzi. Perchè mai “nuovissimo”? Cosa cambia rispetto ai precedenti “viaggi”? E' un “nuovo viaggio” perchè è “solo” un altro viaggio o, piuttosto, è un “viaggio nuovo” perchè per la prima volta è un viaggio “altro”, diverso, innovativo, avventuroso, rischioso, ambizioso? Ebbene, ritengo che debba essere proprio questa seconda, la “lettura” della “novità” del nostro viaggio, la  sola “bussola” che potrà davvero guidarci nel solcare le onde altissime e spesso impetuose dell'oceano della comunicazione sulla rete internet.

E' quindi dalle caratteristiche di questa “alterità” che occorre, a mio avviso, partire per comprendere davvero il significato di queste “nuove rotte”. Cosa cambierà rispetto al nostro precedente modo di lavorare? Nulla, quasi nulla, in effetti. E allora perchè è un viaggio “altro” rispetto ai precedenti numeri cartacei del nostro Magazine?

Per trovare una risposta a questa importante domanda vi invito a prendere posto sulla mia personalissima macchina del tempo perchè dobbiamo trasferirci a casa del Sig. Johann Gutenberg, in Germania, nell'anno 1448. Avete preso tutti posto? Avete allacciato le cinture? Bene! Si parte!

Perchè è così importante il Sig. Gutenberg? Semplice! Ha fatto un'invenzione che ha segnato una tappa fondamentale per la storia dell'umanità: ha inventato la stampa con l'uso di caratteri mobili! Vi siete mai chiesti come sarebbe stato possibile per la civiltà umana fare i passi da gigante che ha fatto se non fosse stata inventata la stampa? Vi rendete conto di quanto sarebbe stato difficile pensare alla diffusione del pensiero e delle idee utilizzando sempre e solo la scrittura a mano, gli amanuensi? Questa scoperta è stata davvero rivoluzionante per l'Uomo perchè ha permesso la condivisione tra un numero sempre maggiore di persone della cultura, che prima era riservata a pochissimi iniziati, quelli che potevano permettersi un educatore o di acquistare i preziosissimi e costosissimi libri scritti a mano. Se prima dell'invenzione del Sig. Gutenberg la pubblicazione della copia di un libro richiedeva tantissimo lavoro a mano ed era perciò costosissima, con questa tecnica di stampa nella stessa unità di tempo si potevano pubblicare mille libri in più e a un costo mille volte inferiore, che perciò molte più persone potevano permettersi.

Lo vedete quant'è contento il Sig. Gutenberg? Osservate il suo sguardo. La vedete quella “luce” che ha negli occhi? Si rende conto delle potenzialità della sua scoperta, immagina, sogna, con passione! E' quella luce che deve illuminarci, che deve appassionarci, che deve entusiasmarci.

Bene, ora dobbiamo tornare nella macchina del tempo e ritornare nel XXI° secolo perchè il varco spazio-tempo del nostro universo sta per scadere. Forza! Muoviamoci!

Orbene, qual è sempre stato il nostro “limite”? Le nostre idee? No, di certo. La nostra fantasia? No, assolutamente no! La nostra creatività? I nostri progetti? Certo che no! Queste sono le nostre “risorse”, sono il nostro preziosissimo “capitale”. Perchè solo cento o duecento persone hanno potuto leggere i nostri pensieri,  i nostri articoli, i nostri contenuti? Semplice! Perchè le copie che noi abbiamo stampato di ogni numero erano “limitate”, il potenziale delle persone che poteva avere tra le mani e leggere un nostro articolo era tendenzialmente limitato dalla fisicità e dal costo della stampa sulla carta. Ed è proprio questo “limite” che con le “rotte digitali” abbatteremo.

Internet sta rivoluzionando il pianeta molto di più di quanto sette secoli fa non sia accaduto per l'invenzione del Sig. Gutenberg e lo sta facendo velocissimamente e i suoi costi sono sempre più bassi, accessibili davvero a tutti, almeno potenzialmente.

Sicuramente abbiamo compreso che le “rotte digitali” del nostro “veliero”, del nostro Magazine, ci consentiranno di raggiungere con le nostre idee e i nostri pensieri un numero non limitato di persone, ma un numero potenzialmente illimitato, ma è solo questa l'unica differenza? Certamente no! Saranno molte altre le cose che cambieranno e non riguarderanno solo la quantità, il potenziale “numerico”, ma soprattutto la qualità dei nostri contenuti, del nostro modo di comunicare.

Qual è, infatti, una differenza “radicale” tra un giornale stampato e uno pubblicato anche su internet? Il lettore di un giornale solo cartaceo che vuole commentare un articolo appena letto non può farlo, è “passivo” fruitore di comunicazione altrui. Il lettore di un giornale che è anche sulla rete può, invece e con estrema facilità, commentare ciò che vuole, dire la sua, far conoscere a tutti il proprio pensiero, confrontarsi con gli altri, dialogare, è “attivo” fruitore e comunicatore, lui stesso può diffondere le sue idee grazie allo spunto fornitogli dai pensieri contenuti proprio in quell'articolo presente su internet, la quale altro non è che una “piazza senza confini”.

Questa la differenza: l'uso dei bit, del digitale, per diffondere le idee rende la comunicazione interattiva, bidirezionale, perciò è una conquista ancor più rivoluzionante di quella del Sig. Gutenberg perchè, potenzialmente, in grado di “liberare” ancor di più il pensiero e le idee.

Basta forse tutto ciò a “comunicare”? Certo che no! Avere gli attrezzi per costruire una casa, non vuol certo dire essere in grado di poterla costruire. Cosa è davvero che conta? Il contenuto, l'idea, il pensiero, la creatività, l'Uomo! E' questa la vera sfida, essere in grado di governare la rivoluzione digitale che spesso precede le nostre stesse idee con un nuovo Umanesimo.

I guru della comunicazione per spiegare in sintesi questo concetto spesso dicono: “Content is the King!”. Il contenuto è il sovrano, il re. Potremmo avere la più bella nave dell'Universo, ma senza carburante, senza le “vele”, senza i motori della comunicazione, non potremmo muoverci nemmeno di un millimetro, resteremmo ormeggiati al molo dell'inutilità.  E' questa la nostra vera risorsa, la nostra grandissima ricchezza, il nostro inestimabile tesoro, il nostro, come già scritto “capitale”!.

A questo punto, nella mia testa vengono elaborati tutti i collegamenti possibili, le metafore utilizzabili, quelli che chi “naviga” su internet chiama “link”. E qual è il primo “link” che rimbalza velocissimamente tra le pareti del mio cranio più veloce di tutti gli altri? Ulisse! Ulisse e Itaca, la sua isola, il suo “viaggio”.

Ebbene, la scelta che noi si è fatta di preferire le “rotte digitali” della rete al semplice giornalino cartaceo, è un'impresa, un viaggio intellettuale a mio avviso davvero non molto diverso da quello che Omero narra rispetto a Ulisse: un viaggio “senza ritorno”. Ulisse infatti non “torna” ad Itaca, non cerca la morte, ma “giunge” ad Itaca, scegliendo la “vita”, l'avventura, e la sua “isola” non l'aveva mai lasciata veramente, la sua terra era sempre stata dentro di lui, accompagnandolo, dandogli coraggio, forza, permettendogli di lottare.

Lo spirito che deve governare “Fiori di Carta” nell'intraprendere queste nuove “rotte”, sconosciute, non deve perciò essere quello della paura, dell'esitazione, del timore, dell'insicurezza; ma, al contrario, quello dell'avventura, dell'invenzione, dell'originalità, dell'ambizione, della scoperta, della creatività, della fantasia, della “follia”. Le mappe dobbiamo disegnarle noi, non dobbiamo cioè navigare rotte già tracciate da altri sulla solita mappa, usata e abusata, banale, ma osare, rischiare, puntare in alto.

Il nostro dev'essere il viaggio della continua scoperta. Non dobbiamo presumere di “conoscere” o di aver già conosciuto quello che sarà il nostro viaggio, altrimenti sarebbe come se ci tarpassimo le ali prima di decollare. Vi starete forse chiedendo cosa c'entra il volo con la navigazione? Ah beh! Ve lo spiego subito: la nostra “nave” vola! Ebbene sì, può anche volare! E', infatti, anche un'astronave, molto simile a quella di Capitan Harlock, può volare tra le galassie ed usa come “carburante”, come proprie “vele”, proprio la nostra fantasia, le nostre idee, le nostre esperienze, i nostri desideri. Appena ho immaginato che potesse anche volare, si è innalzata a mezz'aria.. ed è già pronta a decollare! Immaginate le sue potenzialità!

Perciò è a ciò che è “ignoto” che dobbiamo guardare. Non dobbiamo pensare al classico orologio analogico, con le frecce che ogni 12 ore fanno il solito giro, ruotando attorno al disco ingiallito che segna le ore. Dobbiamo ritenerci liberi di pensare a un orologio “altro” che magari non ha da segnare solo 12 ore, ma molte di più o molte di meno, perchè sul Pianeta Fantasia la durata del giorno e della notte siamo noi a deciderle, ed anche se decise possono cambiarle sempre, perchè abbiamo fame di conoscenza, non presumiamo di avere verità in tasca e siamo assetati di “ascolto” dell'altro, è con l'altro che vogliamo interagire e dialogare; è l'alterità che vogliamo incontrare, la “differenza”.

Solo così  i mari che solcheremo ci faranno davvero “meraviglia” e solo se sapremo continuare a provare questa “meraviglia”, saremo davvero “vivi”, come persone innanzitutto, ma anche come gruppo, come redazione, come Magazine. La “meraviglia” è essenziale tanto quanto la curiosità.

Fino a quando sarà questo l'approccio che governerà il nostro progetto, fino a quando cioè rifiuteremo di accettare di avere dei presunti “limiti”, fino a quando non presumeremo di “conoscerci” fino in fondo, fino a quando “oseremo”, navigheremo per mari inesplorati,  tracceremo nuove mappe e il nostro viaggio potrà davvero dirsi “nuovo”. Questo dev'essere, a mio avviso, il nostro sogno: superare le Colonne d'Ercole della comunicazione sulla rete con la nostra straordinaria umanità e trovare, un giorno, quell'isola non trovata di gozzaniana memoria, ma solo per attraccare qualche ora, per poi riprendere il nostro viaggio... “verso l'infinito e oltre!”.