Chiara Idrusa Scrimieri
L’incontro con la regista Chiara Idrusa Scrimieri è stato folgorante ed istruttivo:si è trattato di conoscere una donna intelligentissima e molto sensibile, positiva e creativa.Ci ha raccontato che la passione per il cinema le è nata quando era ancora una bambina di otto anni, dopo aver avuto un breve periodo di interesse per l’archeologia. E' stata una decisione maturata nello ambiente familiare perchè entrambi i genitori erano studiosi di arte e cultura letteraria. Il suo idolo è stato Fellini e il suo mentore è stato Ermanno Olmi e anche alcuni scrittori perchè non tutti i libri affrontano, benchè ben scritti, ,problematiche sociali e culturali, senza proporre soluzioni per risolverli. Ha fatto sua la frase ”Fate della vostra vita un’opera d’arte perché solo così si può esprimere l’arte”. Il primo documentario, intitolato “Amelia”, tratta di sua nonna che possedeva una grande ironia nel vivere la sua vecchiaia. In seguito ha girato documentari sull'ambiente e sulla popolazione salentina; ha creato i parantenati, due personaggi del passato, che sono stati catapultati nel presente, vivendo quotidianamente le contraddizioni della società odierna. Essi hanno la finalità di far riscoprire i valori,e uno stile di vita ormai cancellato dalla società consumistica,per rendere più vivibile la vita dell'uomo. A questo punto nel dialogo interviene Antonio esponendo un suo pensiero creatosi dopo aver letto sulla Bibbia che il cinema corrompe la mente umana e pertanto si rifiuta di vederli. La dottoressa espone che la religione è sempre stata ammonitrice perché contraria al nuovo. (vedi Galileo Galilei, Copernico) Gli integralisti sono sempre stati presenti in tutte le religioni condizionando il vivere umano ,come purtroppo sta accadendo oggi con l'Isis. Oggi la mancanza di comunicazione verbale ,soppiantata dall'uso del Web ,non permette ai ragazzi di confrontarsi per sviluppare il senso critico che ognuno di noi dovrebbe possedere nel vivere quotidiano. La massificazione ha omologato anche i pensieri dei giovani.Noi registi possiamo fare del cinema ciò che desideriamo. L’importante è che sia un racconto,un viaggio che va verso la gente. L’arte ha una funzione sociale e molti registi si sono dimenticati del suo valore e della sua funzione che è quella di insegnare e avvicinare gli animi e il pensiero della gente.In Italia, manca l’industria del cinema come in America, ed è difficilissimo trovare dei produttori. L' obiettivo del cinema è la trasmissione dei valori; senza amore fra la gente non si può vivere. Noi dobbiamo avere la forza di portare la gioia agli altri perchè essa contagia e infonde l' allegria agli altri. Con questi presupposti vengono abbattuti i muri invisibili di tanti ghetti orribili perchè siamo tutti uguali e ci dobbiamo frequentare e rispettare .