Approfondimenti sul tarantismo
Oggi 27/03/2017 ho fatto una ricerca su google per fare una relazione sulla taranta.
Il tarantismo o tarantolismo è considerato un fenomeno isterico convulsivo, in base a crredenze antiche diffuse sarebbe provocato dal morso dei ragni; tale morso causerebbe una condizione di malessere generale e da una sintomatologia simile all'epilessia o all'isteria, i sintomi sarebbero offuscamento dello stato di coscienza e turbe emotive. Il vocabolo latino "taranta" o "tarantula" non deriva dal latino classico ma dal latino medioevale. Ho trovato oltre tutto dei brevi racconti storici che parlano della tarantula già nell'epoca delle spedzioni a Gerusalemme di Alberto Equense, in cui si riporta che l'esercito crociato accampato presso il fiume Eleu Theros ( oggi l'attuale Nahr el-kebir, in Siria) soffrì molto per il tormento del morso della taranta che infestavano le sue sponde.
Nell'XI secolo anche Goffredo Malaterra e Alberto di Aix riferiscono della presenza di tarante in correlazione all'assedio di Palermo. E' riferito al ragno (LYCOSA TARANTULA O RAGNO LUPO) a riguardo dell'etimologia, sembra che la parola taranta e la sua versione diminutiva tarantula siano voci d'origine italica, riconducibili al toponimo Tarentum oggi Taranto: la Puglia sembra avere un ruolo centrale nella genesi della parola. Il fiorentino Cristoforo degli Onesti (II metà del sec. XIV scrisse il trattato DE VENESIS, in particolare "DE MORSU TARANTULAE" riportat dal De Martino che sembra essere il più antico riferimento al tarantismo come sindrome da avvelenamento dovuta al morso di un animale, reale o immaginario che fosse. Il tarantismo si connotò come fenomeno storico, religioso ( nel leccese, riferito al Santo Patrono San Paolo)
o pagano ( nel tarantino, brindisino e materano), che caratterizzò l'Italia meridionale e in particolare la Puglia fino dal Medioevo; visse un periodo felice fino al XVIII sec., per subire nel sec. XIX un lento ed inesorabile declinio. Le vittime frequenti erano le donne, che nell'epoca buia ( il medioevo), erano accusate come indemoniate, streghe e
poi durante la stagione della mietitura, le raccoglitrici di grano erano maggiormente esposte al rischio di essere morsicate da questo fantomatico ragno. Attraverso la musica i cui strumenti che caratteerizzano la tarantella e la pizzica pizzica sono: castagnole, semplici sonagli in legno che si tengono stretti tra le mani, l'uso di determinati strumenti musicali come il violino, la fisarmonica, il tamburello, la chitarra, il
mandolino, il flauto. La musica è di ritmo sfrenato e il tarantato cominciava a danzare e a urlare per lunghe ore sino allo sfinimento.
La danza era però possibile perchè si dava guarigione ai tarantati, realizzando un vero e proprio esorcismo a carattere musicale. La credenza voleva che mentre si consumavano le proprie forze nella danza, anche la taranta si consumasse e
soffrisse sino ad essere annientata. Alla leggenda popolare può essere legata una spiegazione scientifica: il ballo convulso, accelerando il battito cardiaco, stimolando abbondante sudore e il rilascio di endomorfine favorisce l'eliminazione del veleno e
contribuisce ad alleviare il dolore provocato dal morso del ragno e simili insetti. Di conseguenza il ballo era utilizzato in origine come rimedio medico, e poi si sono aggiunti religione ed esoterici. Nel Salento si parla molto della sua pizzica e della sua
taranta. Inserita nella più ampia tradizione popolare del Sud d'Italia che vede la tarantella e la pizzica pizzica come balli che caratteristici della terra che comprendono: Campania, Basilica, Sicilia, Calabria, Molise passando da Taranto a Brindisi, la pizzica pizzica salentina rappresenta la sonarità vivace e ricche affascinando per il significato sacro-culturale e in mistero intorno alle sue manifestazioni che manca nelle altre pizziche
meridionali. Si balla a gruppo. Il folkore salentino è cresciuto d'importanza in
particolare per la pizzica e la tarantate che rappresentano uno spaccato di vita antica di ieri e di oggi è un fenomeno dalla riscoperta e della valorizzazione della musica popolare salentina riusciendo ad uscire fuori da una ristretta cerchia di ascoltatori locali, grazie a
suoni caldi e ritmi che hanno dimostrato di avere alte qualità artistiche al pari degli altri generi musicali di larga diffusione, le musiche "pizzicate" per il Salento sono di grande importanza sociale e culturale riusciendo a radunare nelle piazze migliaia di persone
trascinate dal suono del tamburello, ed ipnotizzate dal ritmo incalzante delle ballate.
E' un motivo per ritrovare tutti i giovani anziani e bambini per le strade, nelle piazze o sulle spiagge a ballare come una valvola di sfogo e attraverso ciò passano sotto forma di danza e canti e poi tutte le frustrazioni accumulate durante la propria quotidianità.
La pizzica esprime sentimenti universali di libertà e rispetto per le diversità culturali e umane e và contro qualsiasi fama di oppressione, è un linguaggio aperto in cui convergono e si attuano in un piccolo microcosmo i concetti fondamentali di pace e di
solidarietà. Le pizziche fanno parte della storia salentina, un tempo
ve ne erano tantissime, tutte diverse e particolari molte si sono perse nel tempo e solo poche sono giunte fino a noi. Delle pizziche originali oggi sono rimaste vive solo tre
forme: 1- la pizzica "tarantata"; 2- la pizzica "de core"; 3- la pizzica "scherma".
La manifestazione della taranta si tiene a Melpignano nel cuore della greca salentina, e si chiama "notte della Taranta" e si tiene a fine Agosto. Dal 1998 anno del primo concetto l'obiettivo del festival è sempre stato quello di combinare i ritmi tipici della pizzica con sonorità diverse, con altre tradizioni popolari per dare vita a nuove esperienze musicali contemporanee.