Rosso Fuoco Ardente
Inserito da Anna Caretto il Wednesday, 3 February 2021
La sera comunico con il fuoco ardente,
mentre la fiamma mi risponde
con mille strepitanti faville.
La sera comunico con il fuoco ardente,
mentre la fiamma mi risponde
con mille strepitanti faville.
Ogni mattina la nebbia
Ci oscura la vista.
Camminiamo con speranza
Per rivedere il sole.
Sono una donna sfortunata,
che donna vuol'essere considerata.
che sul marciapiede se ne sta,
sfruttata dagli uomini,da tutta la società.
Vivo malamente,in mezzo a malattie e scempi,
il mio lavoro esiste dalla notte dei tempi.
Una vita migliore è quello che vorrei,
mi hanno buttato in strada,m'han tolto i figli miei.
In questo schifo ogni giorno mi trascino:
il marciapiede la mia casa,il mio giardino.
Schiavizzata da un uomo,è lui che incassa,
il mio corpo merce esposta al primo che passa.
Ritorno ai miei ricordi d’infanzia, quando prima di andare a dormire mio padre mi raccontava le mie favole preferite, tra le quali quella di Cenerentola: Cenerentola, rimasta orfana di madre, viene ad abitare con lei la matrigna, che le impedirà di vivere la sua vita in libertà. Sono molto sconcertata dal “metodo” della matrigna nei confronti di Cenerentola, alla quale mette i bastoni tra le ruote, ma tutto ciò non impedirà a Cenerentola di realizzare i propri sogni, perché l’amore vince su tutto.
Il mio ricordo del Natale passato è che stavamo tutti in famiglia e passavamo l’intera giornata a casa di mia nonna a chiacchierare con gli zii e i cugini e a giocare in giardino, mentre il Natale di oggi è molto diverso, molto consumistico. Si sono perse le usanze di una volta.
Simona Coppola
Spettamu tantu lu Natale
Ca ddhu vecchiu cu lla barba bianca
Ha scindere mprima te lu cantune.
Intra llu saccu tanti doni tene
E li piccinni lu spettanu cu lli scartanu:
cavallucci, trottole e bambulicchie
a ddhu momentu tantu felice
ncingnanu a zzumpare e a schiddhare.
“Povere ricchie mie!”,
dice lu nonnu ssettattu alla seggiteddha,
ma li regali su allegria
alli tempi nesci accussì se vivìa.
Lu tiempu te oce, te l’auru giurnu,
te buscrai, ha passatu
cu tanta fretta
ca me parìa nnu trenu
ca fucìa e fuce beddhi mei, fuce tantu
ca crai ha già rriatu …
La vita oce giuru
Te scappa te manu
Quandu piensi ca ieri
Sta passeggiai
Subbra lli cuti te la campagna,
oce te sona lu bus ca sta rria.
E tte dice: “Maniciate! Maniciate!
Ca lu bus è comu lu tiempu:
veloce comu nnu lampu.
Iddhu rria, passa e va."
Quest’anno è la prima volta che il Santo Natale è stato coinvolto da un virus che è una malattia micidiale che ha devastato il mondo. Questo mi disturba molto, ma speriamo che ce ne usciamo prima da questa situazione.
In un pomeriggio di primavera quando il sole con i suoi raggi tiepidi inizia a riscaldare le giornate,mi piace andare a passeggiare in campagna per guardare i fiori : i girasoli, le margherite, i papaveri, e le violette e lungo il sentiero ,mi ritrovo a passeggiare con ragazzi e ragazze. Sulla mia sinistra un pescheto fiorito ravviva la campagna,e tra questi alberi immagino un albero di" fico magico" che con i suoi rami spogli , mi permette di parlare con mio padre.