Taranto e Grottaglie osservate nelle sua storia
La mattina di mercoledì 25 ottobre 2017, noi ragazzi del magazine online “Fiori di carta”, ci siamo radunati nel piazzale antistante la “Cittadella della salute” di Campi Salentina dove ci aspettavano due pulmini. Eravamo tutti entusiasti perché dovevamo visitare il Castello Aragonese e il Museo archeologico Marta di Taranto, ed inoltre il Quartiere delle ceramiche di Grottaglie con l'annesso Museo che si trova nelle sale del Castello Episcopio, ubicato sulla sommità del Quartiere. Dopo circa un'ora dalla partenza, siamo arrivati al Castello Aragonese di proprietà della Marina Militare Italiana, dove era ad attenderci un marinaio che ci ha fatto da guida per la visita. Egli ci ha accolto e salutato molto cordialmente dicendoci che eravamo liberi di fare le foto e raccomandandoci solo di stare attenti ai gradini e al pavimento a tratti sconnesso. Nelle prime sale abbiamo visto i modelli in miniatura del Castello realizzati da un insegnante e dagli alunni del Liceo Artistico di Taranto. Vi era inoltre una mostra, organizzata dall'Associazione Nazionale Nastro Verde, delle stampe del famoso illustratore della “Domenica del Corriere” Achille Beltrame. Esse raffiguravano gli avvenimenti più importanti della prima guerra mondiale. Usciti all'aria aperta vicino al mare, abbiamo fatto una bella foto di gruppo con lo sfondo del ponte girevole. Poi la guida ci ha parlato della storia del Castello il cui primo nucleo risale al 916 quando i bizantini avviarono la costruzione della “Rocca” a protezione degli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Nel 1486 il Castello fu ampliato dall'architetto Giorgio Martini, incaricato dal re Ferdinando II d'Aragona, con quattro torri larghe e basse di forma circolare proprio per attutire le palle di cannone nemiche. Entrati per un robusto parapetto con specifiche aperture per i cannoni, abbiamo potuto ammirare anche un modello originale di cannone e ascoltare l'interessante spiegazione del suo funzionamento fatta dalla guida. Nel 1958 una delle torri del Castello è stata demolita per costruire il ponte girevole. Nel congedarci, insieme alla guida, abbiamo fatto un'altra foto di gruppo vicino a un cannone nel cortile del Castello. Successivamente siamo andati a visitare il Museo archeologico nazionale di Taranto fondato nel 1887. Esso è sorto per raccogliere i reperti archeologici di Taranto e del resto della Puglia. Dopo aver fatto il biglietto d'ingresso, una giovane donna ci ha fatto da guida e ci ha accompagnato al secondo piano dove c'era la sezione dedicata ai resti del Paleolitico e dell'età del Bronzo. Al primo piano invece erano esposti quelli della sezione greco-romana sistemati in base alla tipologia dei materiali: sculture in marmo, tombe monumentali, sculture in pietra tenera, ceramiche delle necropoli e oreficerie. La guida si è soffermata a descriverci il “sarcofago dell'atleta” di Taranto con scheletro e anfore. Al suo interno fu rinvenuto lo scheletro di un giovane uomo di circa trent'anni. Agli angoli del sarcofago vi erano quattro anfore a testimonianza della sua vittoria nei giochi in onore della dea Atena. Esse raffiguravano le specialità atletiche nelle quali il giovane si distinse. A me personalmente ha impressionato la raffinata scultura di bronzo e oro raffigurante due mani intrecciate chiamata “lo schiaccianoci" e tutta la produzione orafa di Taranto ellenistica destinata soprattutto ai corredi funerari femminili. Erano presenti anche piccoli oggetti di uso comune, tra cui specchi, scatole portatrucco e spilloni. Molto interessanti erano le monete d'oro, d'argento e di bronzo. Ciò che abbiamo potuto ammirare al Museo ci ha lasciato tutti stupiti per l'eleganza e la raffinatezza degli oggetti risalenti alle varie epoche della storia antica. Dopo aver lasciato Taranto, la nostra gita col pulmino è proseguita alla volta di Grottaglie dove antica ed ancora oggi fiorente è la produzione di ceramica, grazie anche alle ricche cave di argilla rossa presenti sul territorio. Ci siamo subito recati al Museo della ceramica dove già da tempo era ad attenderci una giovane guida, la quale, dopo aver pagato il biglietto d'ingresso, gentilmente ci ha fatto percorrere le varie sale del Museo. Nell'atrio d'ingresso vi era un antico tornio a pedale perfettamente funzionante che serviva per fare i vari oggetti in ceramica. Entrando nella prima sala erano esposti i presepi in ceramica che si sono distinti nelle varie mostre tenutesi annualmente durante il periodo di Natale. Nelle altre sale erano esposti invece i principali prodotti della tradizione ceramistica grottagliese: “i bianchi di Grottaglie” (coppe, bicchieri, servizi di piatti e da caffè) realizzati con l'utilizzo di smalti bianchi. Era presente inoltre la più caratteristica ceramica rustica e popolare come orci, brocche, boccali, bicchieri, recipienti per lavare il bucato “limmi, cofani” e i famosi “capasoni” cioé contenitori di grandi dimensioni lavorati in sezioni distinte e poi unite, destinati prevalentemente a contenere il vino, l'olio, le olive, i fichi e i vari prodotti della campagna. Nel congedarci, la guida è stata molto gentile a fornirci vari opuscoli e depliants riguardanti la città di Grottaglie e le sue caratteristiche come ricordo della nostra visita al Museo. Prima di ripartire per Campi, ci siamo fermati presso una paninoteca dove ciascuno di noi ha pranzato. La giornata che abbiamo trascorso è stata veramente interessante e istruttiva per le tante cose belle che abbiamo avuto la possibilità di vedere.