Taranto

 

 

Siamo arrivati a Taranto in una giornata foriera di buone promesse. Il cielo era limpido ed il sole splendeva alto lassù scaldandoci il cuore e la mente. Ci siamo recati al castello Aragonese (ovvero Castel Sant’ Angelo) attualmente di proprietà della marina Militare Italiana.I Bizantini furono i primi a costruirlo per difendersi dai Saraceni e dalla Repubblica Veneta.Nel 1481 fu costruito un primo canale navigabile e nell’86 Ferdinando II d’Aragona ordinò di ampliare il Castello per conferirgli l’attuale struttura poiché l’invenzione della polvere da sparo richiedeva per la difesa torri più basse e larghe al posto di quelle strette e altissime precedentemente edificate. Il re Ferdinando d’Aragona, dopo varie vicissitudini rifece in forma più ampia e più solida il Castello, le cui difese si rafforzarono con gli Spagnoli. Con l’arrivo degli Asburgo divenne una prigione, ma con Napoleone Bonaparte ritornò alla sua funzione primaria. Nel 1883 una delle torri che univano la cortina muraria insieme a tre torri del muro civico furono demolite per fare posto all’attuale canale navigabile. I lavori furono ultimati nel 1887 anno in cui divenne una sede della Marina Militare. Il Castello all’interno era ampio e spazioso e si potevano ammirare le mura spesse 12/8 metri; Simona ed io eravamo sempre le ultime anche perche si erano infiltrate quattro donne e davano parecchio fastidio, impedendoci di vedere e di sentire essendo noi, in fondo al gruppo. Quando siamo usciti eravamo stanchi (c’erano scale faticose da fare in salita), ma soddisfatti e rilassati. Avevamo anche ammirato un plastico funzionante del ponte girevole visto che il vero ponte non ha mai accennato ad aprirsi.A questo punto ci siamo recati al museo Marta , ma poiché eravamo in ritardo l’abbiamo visto di corsa e non tutto. Comunque tutto era strabiliante e bellissimo: abbiamo visto statue e vasi,  gioielli usabili  anche al giorno d’oggi. Mi è venuto in mente quando, appena arrivati a Lecce ci hanno offerto per sole 40.000 un vaso estratto dagli scavi forse di Metaponto. Certo ci faceva gola visto che noi appena possiamo ci compriamo oggetti antichi e mobili d’epoca, ma, parte che è pericoloso basta un niente a farla cadere (sto pensando al mio esuberantissimo nipote Alessandro detto Ale) non avremmo mai fatto una porcheria del genere (consci che qualcuno con più pelo nello stomaco avrebbe preso quel vaso) ed abbiamo detto di no.Dopo siamo partiti per Grottaglie e sul pulmino abbiamo mangiato il nostro pranzo al sacco ed abbiamo appreso che eravamo saliti sul mezzo sbagliato perché anziché fermarsi a Grottaglie  avrebbe fatto immediato ritorno a Lecce. Alcuni di noi erano un po’ arrabbiati ma visto che non si poteva fare nulla abbiamo cercato di non prendercela più di tanto. In un oretta siamo arrivati a Lequile e poi a casa.