Fuori dalle porte
Fuori dalle mura della città di Lecce, il gruppo “Fiori di carta” ha visitato l’ex convento dei Padri Domenicani di fuori e la chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo con l’annesso convento degli Olivetani. Il convento dei Domenicani di fuori ubicato sull’antica via per Lequile e Gallipoli, oggi via San Pietro in Lama. Nel XIV secolo esso apparteneva alla cosiddetta Provincia Regni e fu fondato dalla bolla pontificia di Papa Eugenio IV nel 1442. Secondo alcune fonti, all’edificazione contribuirono molte famiglie nobili della città e forse la stessa Università di Lecce, dal momento che lo stemma civico del leccio e diverse armi nobiliari decorano alcune chiavi di volta del chiostro e alcuni capitelli delle colonne. Il convento fu edificato nei pressi di una piccola cappella preesistente che era ad aula unica con una copertura a tetto ligneo. Il chiostro è il segno della fase cinquecentesca e sulle arcate si può ammirare la storia dei Domenicani. Di notevole bellezza è la cripta, da tutti ritenuta un luogo dove accadevano miracoli e in cui si conservano moltissimi affreschi originali. La penombra dell’ambiente della cripta ti riporta a vivere l’atmosfera di quell’epoca. Dal 1846 l’immobile è stato adibito a “fabbrica di cremore di tartaro”, per poi nel 1867 impiantare al piano terra il macello comunale perché era distante dall’abitato e disponeva di ampi spazi. L’Amministrazione Comunale di Lecce riorganizza l’intero complesso demolendo l’ex chiesa e alterando molti ambienti. L’unica planimetria superstite di questo progetto è conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Lecce. Tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento la struttura viene acquisita da Gregorio Falconieri, che impianta uno stabilimento vinicolo funzionante sino al 1925, data di acquisto da parte del Consorzio Agrario Provinciale di Lecce, che per utilizzare tutti gli spazi ha reso irriconoscibile l’area del Chiostro. Dal 2000 l’ex convento viene acquistato dall’attuale proprietà, recuperando parte di esso e utilizzandolo come Location per Eventi e Matrimoni. Entro la fine di quest’anno ci sarà l’inaugurazione del nuovo Albergo Dimora Storica con 18 ampie e confortevoli camere e suites. Il complesso monumentale dei SS. Niccolò e Cataldo costituisce una grande memoria storica del passato, che a ritroso presenta Lecce in una dimensione spazio temporale che cavalca circa sei secoli di storia, dalla fine del XII secolo sino al XVIII secolo. Essa fu costruita fuori dalle mura urbiche della città insieme all’attiguo monastero nel 1180 dal conte Tancredi d’Altavilla, che in seguito divenne re di Sicilia; ammirando la facciata dell’edificio si osservano i nuovi modelli stilistici del romanico pugliese che ritroviamo nella Basilica di Santa Caterina a Galatina e nella Cattedrale di Matera. Nel 1716 gli olivetani intrapresero un radicale intervento di ristrutturazione da parte di Giuseppe Cino, che inserisce elementi barocchi conservando, di quella originaria, solamente il pregevole portale e il rosone. Il prospetto fu arricchito da dieci statue lapidee e dallo stemma degli olivetani, formato da una croce e dai rami di ulivo. La guida ci ha permesso di entrare nel chiostro del convento degli Olivetani attraverso una porticina della Sacrestia. Si presenta il più antico Chiostro rinascimentale racchiuso da un colonnato i cui capitelli sono arricchiti da motivi vegetali e melograni. Al centro vi è un pozzo a baldacchino, sostenuto da colonne tortili avvinghiate da vitigni e da temi acquatici che rappresentano metaforicamente la purezza dell’ uomo. Giunti nel secondo Chiostro si può osservare un ridimensionamento dello spazio racchiuso nel colonnato. Dal secondo Chiostro siamo saliti al primo piano e da qui abbiamo potuto ammirare il profilo della Chiesa medievale, la grande Meridiana posta sul campanile a vela. Oggi l’ex convento ospita il corso magistrale degli studenti tirocinanti dei Beni Culturali. Queste escursioni mi hanno permesso di approfondire e ammirare un pezzo di storia della vecchia Lecce.