Coltiva Te Stesso: la nostra intervista alla Dott.ssa Paola Calò ed a Pancrazio Nobile
La nostra Redazione oggi ha avuto il piacere di intervistare la Dottoressa Paola Calò, direttrice del DSM di Campi Salentina, e l'operatore del Centro Diurno Pancrazio Nobile, riguardo al noto progetto "Coltiva Te Stesso", che da anni funziona all'interno delle aree verdi dell'Ospedale di Campi Salentina. Qui la nostra intervista:
1. In che anno parte il progetto Coltiva te stesso? Come nasce un’idea del genere?
Nel 2015 quando ci siamo trasferiti qui dal vecchio centro, abbiamo visto che c’erano degli spazi grandi ed abbiamo pensato si potesse fare qualcosa nell’ambito dell’agricoltura. La dottoressa Calò ha fatto in modo che quelle aree potessero essere sfruttate con la richiesta alla direzione generale.
2. Quali sono gli obiettivi che vi siete posti con Coltiva te stesso?
Molteplici: il più immediato è puramente estetico. L’ospedale all’epoca era in dismissione con aree molto vaste incolte. L’obiettivo era consentire a tutti di godere di uno spazio gradevole. Il secondo obiettivo è il benessere non solo mentale ma anche fisico. Siamo dell’idea che una persona che sta bene fisicamente riesca a pensare meglio, a stare meglio e proprio attraverso la coltivazione potevamo esportare la filosofia del mangiar bene. Fondamentali anche le dieci borse lavoro ottenute con l’ambito, dunque riabilitazione e impiego.
3. Progetti simili non si vedono ovunque. Come mai? Quali sono le caratteristiche che pensate debbano avere operatori e utenti affinchè un progetto simile vada avanti con successo?
Fondamentale la predisposizione di ognuno di noi a fare qualcosa piuttosto che un'altra, vedere il frutto del proprio lavoro dà soddisfazione, come l’anno in cui piantammo il grano in un terreno datoci in comodato d’uso.
4. Che tipo di verdure e ortaggi coltivate? C’è stata una raccolta che vi ha dato più soddisfazioni delle altre? (Magari un’annata particolarmente generosa o qualcosa di particolarmente saporito?)
Dipende dalle stagioni: questa è la stagione di pomodori, melanzane e zucchine. Non coltiviamo in serra, perché seguiamo i ritmi della stagione. Di solito diamo lo zolfo, che è comunque una sostanza naturale, ma quest’anno nemmeno quello e i risultati sono stati comunque ottimi.
5. Coltiva te stesso, ma non solo: quanto può essere importante la natura e il contatto con essa nella riabilitazione?
Moltissimo. Innanzitutto vivere l’esterno, seguire i ritmi della natura, le stagioni, come un sincronizzarsi, col mondo, con l’universo, come se dovessimo fermarci e aspettare i frutti. Questo è fondamentale, adesso, dato che l’uomo è stato capace di intaccare i ritmi della natura. L’uomo spesso si comporta da padrone e dobbiamo invece imparare a comportarci da ospiti della natura. Non bisogna forzare né la terra, né noi stessi, dobbiamo amarci e coltivarci.
6. Si sente spesso parlare di “ritorno alla natura”, di “riscoperta dell’agricoltura”: la vita particolare che facciamo oggi, con stress e altri problemi derivanti, può essere la conseguenza dell’aver trascurato proprio attività come l’agricoltura, caposaldo senza tempo del nostro territorio?
Mi hai anticipato. Sì ne siamo convinti, per questo cerchiamo di diffondere questa filosofia e se ci sono progetti simili che nascono altrove ne siamo contenti, perché è giusto che anche gli altri la mettano in pratica. Ritornare a dei ritmi più salutari per corpo e mente, senza stravolgerli, può aiutarci a vivere meglio.
7. Sappiamo che praticamente tutti i reparti dell’ospedale di Campi conoscono questo progetto e riconoscono un ruolo agli utenti impiegati in esso: possiamo dire che è un modo per “farsi conoscere” e accendere i riflettori su realtà trascurate e spesso volutamente messe in ombra dalla società?
D’accordissimo. Per noi è stato un cavallo di Troia per presentarci nell’ospedale. Inizialmente ci hanno accolto con atteggiamenti benevoli, ma di quella benevolenza mostrata verso persone con determinate problematiche. A noi, invece, interessa farci conoscere per quello che produciamo.
8. Quali sono i prossimi step? Dobbiamo aspettarci qualche novità prossimamente?
Il prossimo step sarà quello di definire l’area all’entrata con percorso ombroso, piante aromatiche e tisaneria. Sarebbe carino attrezzare l’area con panchine e zone ombreggiate, ad esempio per le persone che attendono i pazienti dializzati. E soprattutto, l’idea di allargarci oltre i confini ospedalieri per poter usufruire di aree più vaste anche grazie a iniziative esterne a cui partecipiamo, quali la Notte Verde, Pensa Differente, con le quali portiamo avanti la filosofia del benessere.