La Questione Meridionale

La questione meridionale divampò subito dopo il raggiungimento dello Stato unitario con la guerra al brigantaggio. L’esercito piemontese ha combattuto duramente per avere ragione dei briganti ribelli; il conflitto si concluse solo nel 1865 con ingenti perdite da entrambe le parti. Poi, successivamente la miseria e gli stenti portarono tanti meridionali a emigrare nelle Americhe; questo fenomeno è ripreso  soprattutto nel 1945 dopo la seconda guerra mondiale, con destinazione  prevalentemente in Europa (Svizzera, Germania, Belgio ecc.) comportando costi sociali immani.
Negli anni ’60 milioni di persone del sud hanno abbandonato le proprie radici e si sono inseriti al Nord. Un altro serio problema è caratterizzato dalla criminalità organizzata. Mussolini affrontò la questione meridionale mandando in Sicilia il Prefetto Cesare Mori, che, inizialmente, ottenne importanti risultati, facendo fuggire parecchi mafiosi in America. Ma quando il “Prefetto di ferro” arrivò a colpire il segretario fascista di Palermo, che era un mafioso, fu richiamato subito a Roma e Mussolini lo fece eleggere senatore. Tutto ciò ci porta a riflettere sulla contiguità tra politica e criminalità organizzata e non per niente alcuni consigli comunali sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. E poi non basta guardare solo al sud perché la ‘ndrangheta si è inserita prepotentemente in Regioni come l’Emilia Romagna, la Lombardia ed il Veneto: basti pensare all’EXPO di Milano. Se pensiamo poi che il prodotto interno lordo del meridione è la metà di quello del Centro -Nord, allora la situazione diventa estremamente allarmante. A molti giovani non resta che cercare fortuna a Berlino, Londra, New York…… come una volta.