Intervista ai contadini
Il lavoro contadino è cambiato con il processo di industrializzazione, ma alcune tecniche non possono essere eseguite dalle macchine perché necessitano della manodopera dell’uomo: la “spuddrimatura” (potatura verde), e la “spollonatura”. Il signor Spagnolo e la signora Nestola hanno spiegato i vari cicli della cura della vite sino alla raccolta del prodotto: nella prima fase il contadino sfoltisce la pianta dalle foglie, tale procedimento si chiama spollonatura. In primavera inoltrata, dopo un lungo riposo della pianta, escono i grappoli. Per farli maturare, il contadino procede alla spuddrimatura che è una potatura più incisiva e si libera la pianta dai ”sarmenti” procedura chiamata “sarchiatura” .
Se dovesse piovere si irrorano le piante con il verde rame per evitare la infestazione della peronospora un parassita della vite. Dopo la vendemmia che avviene in autunno, si effettua la potatura dei sarmenti che verranno utilizzati per la focara di Sant’ antonio e se si vogliono riprodurre le piante si fa l’innesto per margotta. Si radica un intero ramo di una pianta per ottenere un nuovo esemplare abbastanza sviluppato. Le barbatelle (le piccole piante di viti), si interrano per ottenere un nuovo vigneto, che dopo due anni inizia a dare i primi frutti.
Originariamente questi terreni erano destinati alla coltivazione del tabacco, ma successivamente sono stati adibiti a vigneti e alla coltura degli oliveti che è meno impegnativa. Si potano a fine febbraio o agli inizi di marzo per poi pulire i tronchi da ”succhioni” in estate. La raccolta inizia in autunno è dura fino ad inverno inoltrato.